Un punto di riferimento affettivo, un luogo dove condividere amicizie e passione per l’arte, la cultura e la fotografia: questa era Parma agli occhi di Carlo Bavagnoli.

Il fotografo di origini piacentine fu introdotto alla città ducale dall’amico Attilio Bertolucci nel 1957 e ne condivise da subito le frequentazioni: Pietro Barilla, Pietrino Bianchi, Giancarlo Artoni, Giorgio Cusatelli, Roberto Tassi e altri, attivi protagonisti del clima culturale che ha caratterizzato la Parma degli anni ’60 e ’70.

L’arrivo di Bavagnoli in città, gli incontri più significativi, i backstage del suo lavoro, saranno i temi oggetto della conferenza “Carlo Bavagnoli e Cara Parma: il racconto di una città”, a cura di Antonella Ramazzotti, in programma per domenica 21 aprile alle ore 17 presso Palazzo Bossi Bocchi.

Colpito dalla bellezza e dalla serenità della “piccola capitale”, Bavagnoli iniziò ad immortalare le sfaccettature dei suoi abitanti con scatti d’effetto. Fu Pietro Barilla che, cogliendo il potenziale di quelle fotografie, decise di farle diventare libro, trovandone lui stesso il titolo “Cara Parma” e promuovendone la pubblicazione con la collaborazione del grafico Erberto Carboni e dell’editore Amilcare Pizzi, i migliori dell’epoca nei rispettivi campi. Pubblicato nel 1961, “Cara Parma” divenne quindi un successo indiscutibile, tanto che l’anno seguente Life e Times Londra ne trassero alcune immagini per due ampi servizi, presentando così la città ad una platea internazionale.

Gli scatti di “Cara Parma”, insieme ad altri 29.385 negativi e a 150 volumi rari fotografici internazionali, sono oggi custoditi nelle sedi di Fondazione Cariparma.

Ripercorrendo le prime e seconde scelte dell’Archivio Bavagnoli, Antonella Ramazzotti guiderà il pubblico nell’esplorazione del racconto fotografico “Cara Parma” per meglio comprenderne la genesi.

L’evento è a ingresso gratuito fino a esaurimento posti e si inserisce all’interno di “Cara Parma, sviluppo e cura di progetti per il territorio 2016-2024. Un racconto di Simone Bramante, ispirato a Carlo Bavagnoli”. Il progetto di Fondazione Cariparma, è stato affidato al fotografo contemporaneo Simone Bramante, in arte “Brahmino”, per “raccontare” lo spaccato sociale della nostra città, attraverso otto progetti-simbolo che la Fondazione ha recentemente supportato. L’esposizione è visitabile fino al 26 maggio.

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