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Parma e Noceto celebrano Piero Furlotti (1906 – 1971), protagonista del Novecento pittorico parmense accanto a maestri come Latino Barilli, Paolo Baratta e Daniele de Strobel con una personale di cento opere, allestita a Palazzo Bossi Bocchi, sede museale della Fondazione Cariparma, dal 27 ottobre al 22 novembre 2007.

La mostra, curata da Francesco Barocelli, e realizzata grazie alla collezione privata messa a disposizione dalla famiglia, è stata promossa dalla Fondazione Cariparma, in collaborazione con il Comune di Noceto e l’Istituto Statale d’Arte “Paolo Toschi”.

La mostra ha ripercorso l’intero percorso pittorico dell’artista nocetano attraverso una selezione di 40 olii, 40 tempere, 10 opere di grafica e 10 tra illustrazioni e lettere tratte dal carteggio inedito con Renzo Pezzani.

Piero Furlotti nasce a Noceto il 18 febbraio 1906 da una famiglia di decoratori e freschisti attiva nelle ville, nei palazzi e nelle chiese del Parmense. Collabora fin dai primi anni all’attività del padre Torquato e del fratello Bruno nel lavoro di bottega, apprendendone i segreti e sperimentandosi nella pittura murale così come nella tecnica della riproduzione pittorica. Diplomatosi all’istituto d’arte Paolo Toschi di Parma nel 1924, sotto gli insegnamenti di Guido Marussig, si trova a compiere le prime esperienze professionali di una certa importanza nel settore dell’illustrazione per libri e riviste (Scuola del Libro di Milano, “Radiocorriere”, SEI, Paravia, Edizioni il Verdone ecc.) insegnando per un certo periodo, nel 1926, alla Scuola del Libro di Milano, dove era stato chiamato dall’amico e conterraneo Atanasio Soldati. Seguono anni di ulteriore impegno nella illustrazione e nella grafica a seguito del prolungato sodalizio con il poeta Renzo Pezzani, che lo coinvolge nella produzione di libri illustrati per l’infanzia. A ciò si associa più tardi, con la Liberazione, una rinnovata volontà sul fronte della promozione culturale, che si accompagna anche a una attiva partecipazione alle battaglie sociali.

È la fase in cui il suo attento amore per la pittura monumentale e di forte evocazione storica entra in consonanza con le questioni di ordine più squisitamente sociale e con un impegno diretto nella politica in virtù del ruolo di Sindaco socialista di Noceto, ricoperto dal 1951 al 1955.È in questo clima che egli partecipa ai rinati concorsi per la promozione delle arti, quello verdiano di scenografia a livello nazionale del 1951 per le scene di Macbeth, dove si classifica secondo e quello per la grafica indetto dalla “Mostra delle conserve” nel 1954.

Un progressivo distacco dall’attività politica e una recuperata tranquillità gli consentirono di dedicare l’ultimo periodo della sua produzione a una rinnovata fase di ricerca pittorica, dove lo studio delle tecniche diversificate permetteva di conseguire nuovi traguardi nella pittura su tela, soprattutto di paesaggio, giocata soprattutto en plein air, e ancora nella decorazione a fresco e a tempera su muro. Dopo una ricca esperienza di insegnamento, nell’ambito del mondo della scuola che egli collabora a rilanciare a Noceto negli anni quaranta, e una attiva applicazione come ordinario di scenotecnica all’istituto Toschi di Parma, muore il 3 gennaio 1971.

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