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Evento conclusivo delle manifestazioni promosse dalla Fondazione Cariparma in occasione del 150° anniversario dell’unificazione nazionale, dal 20 novembre prossimo, presso la sede di Palazzo Bossi-Bocchi, sarà visitabile la mostra Parma: immagini della città dal Ducato all’Unità d’Italia.

Un progetto espositivo (con circa 60 pezzi tra dipinti, disegni e incisioni, 50 fotografie d’epoca e 30 contemporanee e circa 80 riproduzioni di stralci catastali ottocenteschi) dedicato alla produzione artistica parmense nel periodo di transizione da piccola capitale europea a capoluogo di provincia del nascente Regno d’Italia.

Una trasformazione epocale, che segnò – come in molti altri centri italiani dell’Ottocento – sia la vita sociale ed economica, sia il vero e proprio aspetto della città, con rapide e ineluttabili trasformazioni urbane: aspetto, quest’ultimo, ben avvertito da molti artisti locali che focalizzarono l’attenzione sugli angoli urbani e paesaggistici più caratteristici.

Scorci non necessariamente monumentali, ma sempre testimoni di un sentimento nostalgico o della ricerca di suggestive ambientazioni per scene di vita quotidiana.

Oltre ad indugiare sulle fortunate scene di genere e sulla tradizionale registrazione di aspetti pittoreschi, l’intento di questi artisti fu anche quello di registrare i mutamenti che la città viveva, vistosi, come quelli dei nuovi monumenti risorgimentali, oppure striscianti e inarrestabili, come quelli innescati dalla speculazione edilizia.

Un’epoca ricca di ideali e di rapide trasformazioni, ovvero tormentata da incertezze istituzionali e continui rivolgimenti politici, nella quale particolarmente precarie risultarono le condizioni per la formazione, l’esercizio e la ricerca nel campo delle arti: anche per tali motivi diversi artisti parmensi furono coraggiosi pionieri della nascente arte fotografica o ne impiegarono gli esiti per l’elaborazione delle loro vedute.

Nel breve periodo che ruota intorno al processo storico dell’unità nazionale, gli artisti degli Stati parmensi si formarono soprattutto presso la locale Accademia di Belle Arti, al cui interno operava anche una scuola di paesaggio.

Nell’ultimo secolo e mezzo la città ritratta da questi pittori è assai mutata e la mostra Parma: immagini della città dal Ducato all’Unità d’Italia (concepita in stretta relazione con la precedente rassegna 1860: prima e dopo. Gli artisti parmensi e l’Unità d’Italia) propone un serrato confronto tra quadri esposti, fotografie storiche e attuali scatti fotografici, questi ultimi appositamente realizzati, con scorcio visuale simile per quanto possibile, da Carlo Gardini  sensibile professionista che ha operato in stretta collaborazione con i curatori. Le vedute sono localizzate in pianta sul catasto urbano del 1853 e sulle attuali foto aeree della città.

Attraverso un panorama di opere d’arte (soprattutto di pittura, incisione e fotografia) l’esposizione va così ad analizzare, con ottiche complementari, l’impatto dei rivolgimenti storici e dei mutamenti di sensibilità sull’imago urbis.

Il percorso della mostra – ideata e curata da Gianfranco Fiaccadori e Alessandro Malinverni (Università di Milano) e Carlo Mambriani (Università di Parma) – si articola in diverse sezioni, dedicate alle differenti tipologie di spazi, aperti o chiusi, dove gli artisti posizionarono più volentieri il cavalletto, negli immediati dintorni, ma soprattutto entro le mura della città e nei suoi principali poli di rappresentanza: la Piazza Grande, la zona della Corte e quella religiosa, con il polo episcopale e il monastero di San Giovanni evangelista.

ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA

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