La quarta sala della biblioteca custodisce il fondo manoscritto della Filarmonica Bussetana, la società di dilettanti cui Giuseppe Verdi prese parte da ragazzo e che diresse poi, maestro, al suo ritorno da Milano; la schedatura risalente al 1958, ad opera di Ascanio Alessandri, suddivideva il fondo musicale in tre sezioni: la prima formata da 240 brani di Ferdinando Provesi, il primo insegnante di Verdi.
Nella seconda sezione sono raccolti 382 pezzi fra musica sacra, profana e brani per banda. Numerosi sono gli autori: CimarosaPaisielloPergolesiDonizetti e alcuni adattamenti per banda di sinfonie e romanze di Verdi. La maggior parte delle musiche è di autori collegati al territorio o per la loro permanenza in Parma o per aver ricoperto incarichi nel Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla: fra questi Ferdinando Paer, Paolo Bonfichi, Alfonso Savi, Giuseppe Alinovi.
Nella terza sezione l’Alessandri collocava partiture schedate come musica di autore “Anonimo”.
Di recente lo studioso Dino Rizzo, vincitore del Premio Internazionale Rotary Club dell’Istituto di Studi Verdiani, vi ha individuato, attraverso la schedatura dei temi musicali, lo studio delle grafie di Provesi e Verdi e l’analisi del loro avvicendamento nelle partiture, una ottantina di parti trascritte dalla mano di Verdi studente e, scoperta eccezionale, alcune composizioni del Giovane Verdi: un “Laudate Pueri” composto tra il 1827 e il 1829 quando Verdi è prossimo alla conclusione dei suoi studi, un “Tantum Ergo”, una “Messa di Gloria” composta da Verdi stesso tra il 1833 e il 1835, di cui si avevano solo confuse notizie in alcune biografie verdiane.
Ma gli autografi di attinenza verdiana posseduti dalla Biblioteca sono anche altri: diverse sue lettere, i documenti relativi alla borsa di studio concessagli dal Monte, 101 lettere della consorte Giuseppina Strepponi al canonico don Giovanni Avanzi e 330 di Emanuele Muzio, l’unico allievo del Maestro.