Nel corso del 2006 l’Amministrazione Comunale di Roccabianca ha definitivamente acquisito al patrimonio pubblico, per poterne recuperare la fruibilità, il locale che, dagli anni cinquanta, fu per circa un trentennio il simbolo di una vasta parte del territorio della Bassa parmense, ovvero l’Arena del Sole.
Grazie al fondamentale intervento della Fondazione Cariparma il 25 aprile 2009 questo importante “monumento” cittadino è stato ufficilamente “restituito” alla comunità di Roccabianca: l’Arena del Sole ospita parte delle originali statue dello Ximenes facenti parti del monumento a Verdi distrutto a Parma dai bombardamenti del secondo conflitto bellico.

La capienza del locale, strutturalmente già privo di barriere architettoniche, può raggiungere i quattrocento posti a sedere, oltre la galleria; ciò lo rende adatto per essere posto a servizio di più Comuni e per molteplici attività legate allo spettacolo, verificata la mancanza nella zona interessata di sale di tale ampiezza, fondamentalmente come:

  • Teatro per spettacoli e rappresentazioni, in via prevalente e per propria chiara vocazione;
  • Sala per riunioni ed assemblee;
  • Sala per congressi e convegni, aperta a tutti ed in via preferenziale ai Comuni aderenti alle “Terre Verdiane”;
  • Sala per mostre ed esposizioni.
Cenni Storici

Il “teatro” nasce inizialmente come arena all’aperto per rappresentazioni teatrali e musicali ed in seguito, una volta coperto, come cinema e sala  per rappresentazioni teatrali e serate danzanti.

Testimonianze dell’epoca riferiscono che l’inaugurazione avvenne il 29 settembre 1946 con la rappresentazione del Barbiere di Siviglia di Rossini, ed il canto del famoso baritono della Bassa, Rinaldo Pelizzoni di Sissa.

Ciò che rese e rende unico il teatro di Roccabianca e lo vede ancora oggi testimone e custode di un passato che appare irrimediabilmente consegnato alla storia, è la presenza all’interno di ben nove statue del perduto monumento innalzato dalla città di Parma in onore di Giuseppe Verdi ad opera dello scultore Ximenes. L’opera venne inaugurata nel 1920 e distrutta a causa dei bombardamenti del 1944.

Il dottor Tomasinelli recuperò le statue meno danneggiate dalle macerie del monumento distrutto, le risistemò e le fece collocare nel “suo” teatro, racchiudendole in una triplice cornice in tubo di ferro a sesto acuto, testimonianza del gusto dell’epoca, ma soprattutto dell’affetto e della considerazione che egli nutriva per quei reperti, che orgogliosamente esibiva incorniciati ai fruitori degli spettacoli e delle musiche di quei tempi.

La crisi del cinema e la progressiva decadenza economica del paese di Roccabianca, che perse negli anni il suo ruolo di riferimento per i comuni vicini, col venir meno dei suoi tre teatri (l’Arena del Sole, il teatro Bocelli e la sala popolare Gregori)) e della ricca biblioteca, segnarono anche la fine dell’Arena del Sole, ultimo testimone superstite del mondo culturale del paese, che, ridotto a magazzino di mobili e quindi a “palestra” per piccole attività sportive, venne definitivamente chiuso dall’anno 1995.

Il progetto di recupero di un luogo di così forte valenza simbolica parte dalla volontà di promuovere il paese e di restituirgli, in ogni forma possibile, dignità storica e valori architettonici apparentemente perduti, ma assolutamente ancora leggibili e riconoscibili nel tessuto urbano del capoluogo e della campagna appena a lato: il Castello di Bianca e Pier Maria Rossi, tardo quattrocentesco, la piazza porticata a ferro di cavallo, appena più tarda, la Chiesa Parrocchiale con gli stucchi del ‘600, l’impianto dei borghi in centro paese, il sistema dei viali alberati a tiglio, iniziato nei primi decenni del ‘900.