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Una breve della “Gazzetta dei Teatri” in data 6 gennaio 1887 ben descrive il clima di fervida attesa per la prima di Otello: «[Verdi] È arrivato, e le prove del desideratissimo Otello sono incominciate. Oh! Venga presto il giorno della prima rappresentazione. C’è per quel giorno una vera febbre in tutti (…)».

Una notizia, quella di Otello, che aveva fatto il giro del mondo: dopo 16 anni di pausa finalmente una nuova opera verdiana che diverrà fin da subito un successo planetario.

È con l’opera shakespeariana che Verdi riallaccia la sua collaborazione definitiva con il musicista e librettista Arrigo Boito dopo quella sorta di “prova generale” che era stato, nel 1881, il rifacimento di Simon Boccanegra: un binomio, quello di Boito-Verdi, voluto fortemente da Giulio Ricordi, editore lungimirante e nello stesso tempo legato da grande rispetto e affetto al Maestro.

La nascita dell’opera comprende un ampio arco temporale frutto di un discreto ma costante “corteggiamento” di Ricordi – complice ovviamente lo stesso Boito – a Verdi; una storia avvincente che, con colpi di scena degni di una pièce teatrale, risulta essere una irrinunciabile parte dell’universo di Otello.

Quella di Otello è certamente una tra le più avvincenti genesi nella storia del teatro d’opera e la mostra “L’Otello di Boito e Verdi: storia di un capolavoro”, allestita a Palazzo Bossi Bocchi (Parma, dal 12 ottobre al 22 dicembre 2019) a cura di Fondazione Cariparma e dell’Archivio Storico Ricordi ne ripercorre, in un avvincente racconto, le tappe creative.

Una genesi, quella di Otello, che a Palazzo Bossi Bocchi è narrata da preziosi documenti – fotografie, lettere, disegni di costumi e scene, la partitura autografa – ai quali sono affiancate le tracce della “macchina” produttiva e commerciale che sottostava alla realizzazione dell’opera: in primis il contratto con Verdi e i documenti che testimoniano il ruolo organizzativo e imprenditoriale dell’editore Ricordi, promotore del successo di Verdi su scala internazionale.

I documenti esposti provengono in massima parte dall’Archivio Storico Ricordi di Milano, considerato il più importante archivio musicale privato al mondo, dalle Collezioni d’arte di Fondazione Cariparma e dall’Archivio Storico del Teatro Regio di Parma.

Fortemente coinvolgente il percorso della mostra, che comprende tutti gli aspetti dell’apparato teatrale: i costumi disegnati dal colornese Alfredo Edel, uno dei maggiori costumisti dell’epoca, di cui sono esposti i disegni originali, le corrispondenti fotografie che mostrano gli abiti realizzati in sartoria per la prima scaligera e gli accessori realizzati dall’attrezzeria Rancati (in mostra l’armatura originale di Cassio e un elmo delle Guardie d’Onore); i disegni originali delle scenografie dei 4 atti progettati da Carlo Ferrario e Giovanni Zuccarelli. Suggestivo il volume delle Disposizioni Sceniche, mise-en-scène redatta e pubblicata da Giulio Ricordi, in cui ambientazioni e movimenti scenici vengono riportati nei minimi dettagli, voluti dallo stesso Verdi.

Preziosissima la partitura autografa di Otello, conservata nell’Archivio Storico Ricordi e scritta con calligrafia minuta che fornisce a chi la osserva, oltre alla lettura musicale, diverse informazioni di regìa: Verdi amava infatti annotare direttamente in partitura quanto sarebbe avvenuto poi sul palcoscenico. Abbinato un video che permette di seguire le note autografe del brano e contemporaneamente ascoltare la musica del “Credo” di Jago.

L’editore Ricordi lavorò su più piani per la diffusione di Otello: oltre alle versioni per canto e pianoforte furono stampate decine di copie della partitura, noleggiate da Ricordi ai più importanti teatri del mondo. In esposizione la lastra originale da cui si ricavò la prima edizione a stampa di Otello, accanto i punzoni originali in acciaio con cui si incideva la lastra. Un filmato d’epoca permette di seguirne il complesso procedimento.

Nel 1887, alla vigilia dell’andata in scena di Otello, l’editore Fratelli Treves pubblica il Numero Unico della rivista L’Illustrazione Italiana (in mostra) interamente dedicato all’ultima fatica del Maestro, in cui è riportata ogni informazione che possa soddisfare la curiosità degli appassionati: anticipazioni e notizie sul compositore, sul librettista e su tutti i protagonisti di quello che viene presentato come l’evento musicale dell’anno.

Ed ancora gli echi del trionfo della prima assoluta, diretta dal celebra direttore d’orchestra Franco Faccio, trionfo documentato direttamente dalle annotazioni a matita dello stesso Ricordi a margine del libretto: i bis concessi (il primo è per il Fuoco di gioia), gli “applausi frenetici”, le tante chiamate alla ribalta di compositore, librettista, interpreti alla fine di ogni atto.

È un successo che accomuna la sera della prima assoluta del 5 febbraio 1887 a Milano a quelle successive: sia nei teatri italiani, come al Teatro Regio di Parma nel settembre del 1887 con il tenore Giuseppe Oxilia nel ruolo di Otello, e del soprano Adalgisa Gabbi, di cui si dà testimonianza  attraverso i documenti dell’Archivio Storico del Teatro Regio, sia in quelli esteri.

Completano la mostra due straordinari originali dalle Collezioni d’arte di Fondazione Cariparma: un abbozzo musicale autografo da Simon Boccanegra (1881) e l’abbozzo del Concertato finale dell’Atto III di Otello, prezioso e affascinante documento nel quale Verdi sviluppa i dettagli delle sue modifiche in occasione di Otello all’Opéra di Parigi nell’ottobre 1894 e che apporta un contributo fondamentale a quella che, di fatto, fu l’ultima musica che il Bussetano compose per il teatro.

Evento collaterale alla mostra è la lettura/conversazione a cura di Luisa Viola
Ma c’è un posto per Otello nel Paese del Melodramma?  (Sabato 30 novembre, ore 17 – Palazzo Bossi Bocchi; ingresso gratuito)

ALLESTIMENTO MOSTRA

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